Profumeria: la guida pratica di Erboristeria Como per trovare il profumo ideale per te.
I profumi si rivolgono all’olfatto e sono “speciali” perché descrivono frammenti di materia attraverso sfumature che risultano impercettibili agli altri organi di senso. Gli odori comunicano con la parte più arcaica del nostro cervello, generando emozioni, talvolta inspiegabili, e richiamando alla mente ricordi lontani nel tempo. Oggi vi parleremo della Profumeria: sai come sono fatti i profumi?
Profumeria: cos’è, a cosa serve, chi crea un profumo
Il profumo è una miscela a base di alcol (di solito etanolo), acqua e sostanze odorose, sia naturali che sintetiche, utilizzata allo scopo di procurare sensazioni olfattive gradevoli, che inducono un senso di benessere. Il profumo può essere in spray o anche solido e in crema.
Un profumo nasce dall’esperienza, dalla creatività e dalla sensibilità individuale di persone dotate di un’incredibile memoria olfattiva, capaci di riconoscere e ricordare migliaia di odori diversi. Questi “nasi” partono da un’idea, un concetto e, mescolando sapientemente le essenze, a poco a poco danno origine a un elemento di “consistenza olfattiva”, impalpabile ma intenso. La creazione di un profumo è un’operazione quanto mai complessa e non solo deve rispondere alla creatività del compositore, ma deve seguire regole precise nell’accostamento dei diversi componenti di fragranza.
Scelta del tipo di profumo
La prima cosa da prendere in considerazione è la tipologia di profumo che vogliamo comprare o regalare. A seconda del tipo di profumo può cambiare l’intensità della fragranza, e ovviamente il prezzo. Iniziamo quindi dall’etichetta e facciamo subito un po’ di chiarezza. In base alla concentrazione delle essenze odorose, è possibile distinguere diverse classi di diluizioni:
- acqua profumata: di solito è priva di alcol e con una concentrazione di essenza profumata molto bassa (inferiore al 3%);
- acqua di colonia: contiene circa il 3% di concentrato in alcol all’85%. E’ fresca, volatile, sobria, ma molto meno pregiata dell’estratto di profumo, dell’EDP e dell’EDT;
- eau de toilette (EDT): contiene il 6-8% di concentrato diluito in alcol al 90%; negli EDT c’è una predominanza delle note di testa, che evaporano nel giro di poco tempo ma è fresca, discreta e può essere usata in qualsiasi momento;
- eau de parfum (EDP): è il prodotto più utilizzato; è una soluzione alcolica contenete circa il 10-20% di essenza diluita in alcol al 90%. Ha una persistenza di circa 4 ore: decisamente superiore rispetto ad un EDT;
- estratto di profumo: è la forma più costosa e sofisticata; ha un’alta concentrazione di essenza profumata: contiene il 20-30% di essenza in alcol al 96%. E’ tenace, intenso, persistente.
Come scegliere il profumo che fa per te: le “note del profumo”
La piramide olfattiva è una rappresentazione teorica dei tempi di evaporazione dei diversi componenti di un profumo ed è costituita da tre livelli che consentono di descrivere la persistenza di una fragranza e il suo sviluppo nel tempo, attraverso le note olfattive, che si dividono in:
- note di testa: si percepiscono non appena si applica la fragranza sulla pelle e svaniscono dopo pochissimo tempo. Sono leggere, volatili, fresche; raggiungono per prime il naso e generano l’impressione iniziale del profumo. Gli oli che le compongono, infatti, evaporano più rapidamente di quelli delle note di cuore o di fondo, per questo forniscono un punto di partenza immaginario per chi annusa il profumo. Le note di testa sono acute e penetranti e generalmente sono facili da interpretare, in quanto portatrici di concetti olfattivi familiari, come gli agrumi, il coriandolo, la menta, il cardamomo, il pepe nero. Senza note di testa il profumo apparirebbe spento e difficile da capire;
- di cuore: anche dette “note centrali”, sono più forti e caratterizzate da una media durata. Definiscono la personalità e il corpo della fragranza; sono lente, voluttuose e appartengono quasi tutte alla famiglia floreale, oltre a qualche nota verde, fruttata, speziata. Esse colmano la distanza tra le leggere note di testa e le profonde note di fondo, legandole in gradevole armonia e conferendo continuità al “tema olfattivo”. Gli abbinamenti tra queste note generano accordi sofisticati, sensuali, attraenti. Tra i principali esempi ricordiamo le essenze fiorite, dotate di qualità vivaci e armoniose, ma anche ipnotiche e voluttuose (gelsomino, ylang ylang), le essenze verdi, che ricordano l’odore dell’erba tagliata e delle foglie bagnate, le essenze fruttate, particolarmente intense e decise;
- di fondo: rappresentano la vera e propria essenza del profumo, sono quelle che persistono più a lungo. Compaiono dopo circa 30 minuti, evocano aspetti selvaggi della natura (terriccio, foreste) e sono legate alla dimensione istintiva dell’inconscio, dell’oscurità. Spesso sono liquidi ricavati da cortecce, radici, resine, licheni. Queste note ancorano il profumo alla pelle e rallentano l’evaporazione degli altri componenti della fragranza, rendendola più persistente. Tra i principali esempi troviamo le essenze legnose, che ricordano i legni aromatici, quelle muschiate e terrose, tipiche dei sottoboschi umidi, quelle speziate (vaniglia, tè, caffè, cacao).
Solitamente un profumo viene considerato “armonico” quando rispetta le seguenti proporzioni: 20% di note di base, 10% di note di cuore, 70% di note di testa. Ogni profumo ha una precisa formulazione che lo contraddistingue e lo differenzia da qualunque altro.
Come scegliere il profumo che fa per te: le famiglie olfattive
Sebbene le fragranze siano migliaia, tutte caratterizzate da una propria identità, è possibile raggrupparle in alcune grandi classi, definite famiglie olfattive. Esse ruotano attorno ad accordi olfattivi ben definiti e fanno parte della resa di essenze che i profumieri hanno a disposizione per comporre i più svariati ed elaborati accordi olfattivi. Nel 1990 Jean Kerléo ha classificato sette famiglie di profumi:
- i “floreali” costituiscono una delle famiglie più importanti, all’interno della quale rientra gran parte dei profumi femminili, dai complessi bouquet di fiori ai soliflores come la rosa, il gelsomino, il giglio, il narciso;
- gli “agrumati” (o “esperidati”): alla base di questi accordi freschi e armonici ci sono agrumi come il limone, il bergamotto, l’arancia. Generalmente sono profumi amati sia dagli uomini che dalle donne, come “Eau Savage” di Dior, che a una base esperidata aggiunge note di basilico, lavanda e legno;
- i “fougère” prendono questo strano nome da Fougère Royale (“felce reale”), profumo creato nel 1882 da Houbigant. Nei fougère si intrecciano lavanda, legno, muschio di quercia, ambra, bergamotto e cumarina;
- i “cipriati” prendono il nome da una fragranza particolare, Chypre di François Coty. La famiglia che ne deriva ha come base un accordo di note complesso, in cui il caldo patchouli si sposa con il muschio di quercia e il bergamotto. Va citata la sottofamiglia dei cipriati fruttati, con note di fondo forti e sensuali, accompagnate da aromi di pesca, rosa e gelsomino;
- i “legnosi” sono per le tipiche fragranze maschili: sono caratterizzati da accordi intensi dati dal sandalo e dal patchouli, con in alcuni casi note secche di vetiver e cedro;
- gli “ambrati“sono accordi di note dolci, quasi vanigliate, unite alla forza e alla persistenza del muschio e dell’ambra grigia. Orientali, evocativi, misteriosi;
- i “cuoio” sono i profumi più maschili in assoluto, con note secche, fumose, di legno bruciato e tabacco.
La profumeria moderna utilizza numerosi ingredienti di sintesi, che rendono possibili infinite combinazioni, per questo all’interno di ogni famiglia esistono ulteriori sfumature (sottofamiglie) che offrono la possibilità di descrivere in modo più preciso e dettagliato la composizione di una fragranza.
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Fonti:
- Dermocosmetologia. Dall’inestetismo al trattamento cosmetico- di Andrea Bovero, 2011
- Storia di un naso- di Laura Tonatto, Alessandra Montrucchio, 2009.