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Molti clienti quando vedono la Moxa ci chiedono incuriositi di cosa si tratta e a cosa serve. Così, a gran richiesta, noi di Erboristeria Como abbiamo deciso di scrivere questo post sulla Moxa, terapia del calore.

Moxa è una parola francese che origina dalla giapponese “mogusa” ed è giunta a noi attraverso gli olandesi che durante il sedicesimo e diciassettesimo secolo si erano stabiliti in Giappone. In cinese si chiama “jiu”: l’ideogramma è composto dall’elemento “fuoco – uomo sdraiato”. La pronuncia di questo ideogramma in giapponese è kyu. La parola “moxa” indica inoltre il toccare molto rapidamente col calore alcuni punti specifici del corpo stesso.

     


La Moxa: cos’è

Sempre più richiesta, soprattutto da chi pratica shiatzu, la moxa è un sigaro di Artemisia vulgaris essiccata, invecchiato 7 anni. Quella che trovi su Erboristeriacomo.it è la moxa più classica, l’originale per forma e lunghezza, usata in medicina cinese. Spenta a metà può essere riutilizzata varie volte. Non si sbriciola e brucia uniformemente.

moxa sigari

L’Artemisia vulgaris  è una pianta erbacea perenne, chiamata popolarmente anche Erba di San Giovanni. Si riconosce per il suo portamento eretto ed molto ramificata; raggiunge l’altezza di 1,5 metri. Ha fusto porporino. Le foglie divise, color verde scuro, sono coperte da una lanugine biancastra nella pagina inferiore; inoltre, presenta numerosi fiorellini marroncino-rossicci o gialli. Ritenuta originaria dell’Europa orientale e dell’Asia occidentale, oggi cresce spontaneamente nelle zone temperate del mondo.

E’ proprio la lanugine bianca del lembo fogliare inferiore che viene usata per la moxibustione, un processo spesso associato all’agopuntura, col quale l’erba essiccata e compressa in forma di “sigari” (o “coni”) viene bruciata in prossimità di determinati punti del corpo (detti “tsubo“) dislocati lungo i cosiddetti meridiani energetici che fanno a capo a vari organi, al fine di stimolare tali punti col calore. Il calore irradiato ripristina il flusso energetico ristabilendo così l’equilibrio psico-emotivo.

La tecnica moxa in passato veniva usata anche in Europa per alleviare gotta e reumatismi. Ricorre inoltre nella Farmacopea Erboristica Britannica come rimedio specifico per amenorrea e dismenorrea.


Moxa terapia del calore: quando praticarla?

La Moxa terapia è praticata nella medicina cinese:

  • per contrastare dolori cronici come dolori articolari, contratture muscolari o infiammazioni in varie parti del corpo ecc.;
  • contro il mal di testa, problemi alla gola e contro l’insonnia, l’ansia;
  • per affrontare i disturbi più frequenti e meno gravi come i raffreddori, i crampi, le mestruazioni dolorose, l’acne, gli orzaioli e le verruche.

In realtà con la moxa si possono anche risolvere problematiche più complesse come l’impotenza, la posizione anomala del feto o l’alcolismo: questi aspetti ovviamente richiedono una competenza specifica. Attenzione: il calore, insieme al fumo dell’erba medicinale, ha un effetto benefico sulle parti deboli della circolazione energetica; tuttavia, la moxa-terapia del calore dovrebbe venire utilizzata solamente da terapeuti esperti, poichè sono necessarie conoscenze relative sia all’agopuntura che all’intensità del calore sprigionato dai bastoncini di moxa.


La moxa-terapia: le basi su cui si fonda
Il Ch’i

Alla base della moxa-terapia c’è l’esistenza del Ch’i (Prana in sanscrito, ki in giapponese): una sorta di energia primordiale che forma la trama basilare dell’universo. Esso supporta tutti i fenomeni esistenziali permettendo lo svolgimento delle funzioni vitali, ma anche di quelle emotive, mentali e spirituali dell’essere umano. Il Ch’i, circolando nel corpo umano diventa: intelligenza nella mente, amore nel cuore e impulso vitale (movimento) nel ventre. Inoltre, sempre secondo la medicina orientale, ogni individuo è considerato un microcosmo attraversato da “canali energetici” (detti Meridiani), nei quali scorre l’energia vitale (chiamata Ch’i). Poichè le carenze, i disordini, o il ristagno del Ch’i causano malattie, alcune terapie orientali cercano di ristabilire l’equilibrio nell’organismo favorendo la corretta circolazione del Ch’i nei meridiani attraverso i quali l’energia ha il suo percorso preferenziale.

Lo ying e lo yang e i cinque elementi

Gli antichi cinesi descrivono il mondo mediante la combinazione di due energie primarie, una solare (centripeta) e una lunare (centrifuga), che chiamarono rispettivamente yin e yang. L’una entra nel corpo dall’apice della testa (attraverso il punto 20 del meridiano Vaso Governatore) scendendo fino alla pianta dei piedi, mentre l’altra risale nel corpo dalla pianta dei piedi (in corrispondenza del punto 1 del meridiano del rene) fino all’apice della testa. Questi due tipi di energia sono inoltre collegate a cinque elementi (legno, terra, fuoco, acqua, metallo) che interagiscono tra di loro creando una serie di rapporti e assumendo una serie di valori e significati: così ad ogni elemento viene associato un organo yin e uno yang, un’emozione, una forma di espressione, un colore, un sapore, un frutto, perchè ogni elemento è la natura stessa. Ad ogni elemento corrispondono inoltre meridiani specifici. Ad esempio:

  • metallo: i meridiani di polmoni e intestino crasso,
  • acqua: i meridiani vescica e reni,
  • terra: stomaco e milza,
  • fuoco: cuore e intestino tenue,
  • legno: quello biliare e del fegato.

Secondo queste teorie quindi, nei canali energetici (detti Meridiani) che attraversano ogni uomo scorre l’energia vitale (chiamata Ch’i), in accordo con la teoria dei 5 elementi.

meridiani corpo

Poichè secondo la filosofia medica cinese, la malattia è determinata da una carenza o ristagno del Ch’i, anche la Moxaterapia agisce cercando di rimuovere questi blocchi energetici favorendo la corretta circolazione del Ch’i.

Sindromi, canali, organi: come determinare su quali punti agire con la Moxa terapia

La differenziazione delle Sindromi in Medicina cinese è un metodo diagnostico basato sull’identificazione della natura delle malattie attraverso l’analisi dei dati clinici, seguendo la valutazione sistemica generale delle “Otto regole delle diagnosi“, che tiene conto delle seguenti caratteristiche della malattia: interno/esterno, freddo/calore, difetto/eccesso, Yin/Yang.

Inoltre, è bene sapere che esiste un antico metodo di identificazione delle Sindromi in base ai 12 canali (se ne trovano riferimenti nel “Ling Shu Jing”) oltre al metodo di identificazione delle Sindromi secondo gli organi interni. I canali e i loro corrispondenti organi interni possono essere paragonati rispettivamente ai rami e alle radici di un albero. Per l’identificazione delle sindromi in base ai canali è necessario conoscere in modo approfondito i canali principali, i loro percorsi superficiali e profondi, le condizioni di Eccesso e Deficit dei canali. Le prime sono caratterizzate da dolore intenso, rigidità, contrazioni e crampi; le seconde invece da dolore sordo, debolezza, atrofia muscolare, intorpidimento.


Moxa terapia del calore: cos’è e come avviene la moxi-combustione

moxa terapia

La moxibustione è il processo con il quale la moxa (sigari di Artemisia vulgaris essiccata) viene bruciata o direttamente sulla pelle o indirettamente sopra dei punti specifico di agopuntura. Scopo di questo processo di Moxa terapia del calore è di riscaldare il Qi e il Sangue nei canali. La moxibustione è più comunemente usata quando è necessario espellere Freddo e Umidità (entrambe influenze patogene di tipo Yin), o tonificare il Qi e il sangue. Dal momento che la moxibustione riscalda il corpo, non è indicata nelle patologie da Calore interno, e nei casi di Eccesso interno. In Medicina cinese:

  • freddo: costringe il movimento, il calore, causa costrizione, può indurre ristagno. Se non viene affrontato, esso può colpire: polmoni, stomaco, milza, provocando in alcuni casi dolori, vomito o diarrea. Può inoltre colpire il canale epatico, specie nell’area genitale, provocando dolore e disagio.
  • umidità: quando invade il corpo conduce all’indolenza, stanchezza e pesantezza degli arti, intontimento e letargia generale. La Milza è specialmente suscettibile all’umidità. L’umidità può colpire le articolazioni provocando dolori, rigidità, e rigonfiamenti analoghi a certe patologie artritiche.
  • tonificare: si tonifica una zona che manca di Energia, di sangue e di liquido organico.

Una volta accesa, la moxa brucia lentamente  e fornisce un calore penetrante che può entrare prontamente nei canali e influenzare il flusso di Qi e sangue. La moxa brucia emanando un odore caratteristico. La moxibustione può essere indiretta o diretta.

Moxibustione indiretta: cos’è

Il metodo più comune è quello di bruciare la moxa indirettamente, al di sopra della cute oppure su un altro mezzo tra questa e la moxa. I sigari o coni di moxa possono essere bruciati su una fettina di zenzero, di aglio, o su uno strato di sale. La scelta del mezzo di separazione tra la moxa e la pelle dipenderà dalla patologia trattata e dall’opinione clinica del terapeuta.

I bastoncini di moxa vengono accesi e tenuti sopra l’aerea su cui lavorare; vengono fatti ruotare su se stessi o alzati e abbassati velocemente intorno all’area colpita fino a dieci minuti, senza toccare la pelle. I sigari di moxa possono essere tagliati in pezzi più piccoli che vengono poi collocati sull’estremità  di un ago in acciaio inossidabile o rame allorchè questo è stato infisso nell’appropriato punto. Si accende la moxa posta all’estremità dell’ago. In quel modo il calore non soltanto riscalda la cute ma viene anche attirato, attraverso l’ago, nel canale. Si può inoltre avvolgere della moxa sfusa sull’ago e usarla allo stesso modo.

Quando è necessario diffondere il calore sopra un’area più generale, quando per esempio è presente una lombalgia dovuta  a ristagno del Qi nei canali, si possono bruciare quantità di moxa su una griglia metallica dentro una scatola per moxa posta sopra l’area affetta. Ancora una volta, la scelta  del quando e del dove utilizzare la moxibustione, da sola o insieme all’agopuntura, dipende dal giudizio clinico del terapeuta, il quale tuttavia dev’essere spiegato e condiviso col paziente.

Moxibustione diretta: cos’è

La moxibustione diretta, meno usata, consiste nel sminuzzare la moxa in piccoli pezzettini (coni) che vengono posizionati su un determinato punto del corpo e accesi. Si lascia bruciare il cono di moxa fin quasi a toccare la pelle, poi si rimuove e si aggiungono altri coni quanto basta per far sì  che il terapeuta consideri concluso il trattamento. Se il cono viene fatto bruciare troppo la pelle può ustionarsi, e sebbene esistano pratiche di moxibustione diretta in cui le bruciature sono attivamente incoraggiate, non è il caso della moxibustione praticata in Occidente.

Dott.ssa Laura Comollo


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