L’Ashwagandha, o Ginseng indiano (Withania somnifera), è una pianta conosciuta e utilizzata dalla medicina ayurvedica da circa 3000 anni come tonico e adattogeno. Pochi invece conoscono il suo potenziale per rinforzare i capelli e contrastare l’incanutimento.
Ashwagandha: come riconoscerla
La Withania somnifera, comunemente nota anche come “Ashwagandha” o “ginseng indiano” è una pianta terapeutica essenziale delle regioni del subcontinente indiano. Ashwagandha appartiene alla famiglia delle Solanacee. La Withania è un cespuglio di piccole dimensioni che cresce nelle zone aride dell’India, che presenta foglie ovali intere e bacche rosse; i fiori sono ascellari, in fascetti, e compaiono in primavera-estate. Nella medicina popolare indiana di Withania vengono utilizzate sia le radici che i frutti.
Ashwagandha: cosa contiene
In generale i principi attivi più noti di withania sono: alcaloidi, lattoni steroidei, i terpenoidi con scheletro tetraciclico come il cortisolo (sitoindosidi I-IV). La withania contiene anche ferro, colina, beta-sitosterolo, flavonoidi, tannini, un olio essenziale chiamato puranolo e diversi acilsteril glicosidi. La Withaferin-A, lattone steroideo bioattivo, è il più importante fitocostituente di Ashwagandha.
Nel libro “Plant Viruses: Evolution and Management“, a cura di Rajarshi Kumar Gaur et al. i costituenti attivi di Withania sono stati riportati in maniera molto precisa. In particolare:
- nella radice di Ashwagandha sono stati isolati circa 138 withanolidi (Baghel 2013) e le withaferine, che sono lattoni steroidei; per quanto riguarda gli alcaloidi, Majmudar isolò già nel 1955 withanina, somniferina, sominiferinina, somnina, withananina, withananinina, pseudowhitanina e withasomnina. Altri alcaloidi riportati sono: nicotina, tropina, pseudotropina, 3 alfa tigloyloxytropano, colina, anaferina, e altri. Gli aminoacidi liberi nella radice sono: acido aspartico, glicina, tirosina, alanina, prolina, triptofano, acido glutamico e cistina;
- le foglie contengono invece 12 withanolidi, alcaloidi, glicosidi, glucosio e aminoacidi liberi;
- le bacche contengono un enzima coagulante del latte, due esterasi, aminoacidi liberi, olio essenziale e alcaloidi.
Ashwagandha: proprietà e uso secondo la tradizione ayurveda e gli studi scientifici raccolti
L’Ashwagandha è una delle erbe più importanti della medicina Ayurveda, usata da millenni come Rasayana per i suoi benefici per la salute ad ampio raggio. Withania somnifera ha dimostrato, nei numerosi studi su di essa condotti, diverse azioni biologiche quali proprietà antiage (Withaferin A , antitumorali, antinfiammatorie, antidiabetiche, antimicrobiche, antiartritiche, antistress/adattogene, neuroprotettive, cardioprotettive, epatoprotettive, immunomodulatorie. Inoltre, Withania somnifera ha rivelato la capacità di ridurre le specie reattive dell’ossigeno e l’infiammazione, la modulazione della funzione mitocondriale, la regolazione dell’apoptosi e il miglioramento della funzione endoteliale. Possiede anche potenti proprietà antiossidanti che aiutano a proteggere dai danni cellulari causati dai radicali liberi.
Aswagandha e cosmesi: benefici per capelli e pelle
Pochi sanno che l’Ashwagandha, è utilizzata anche in impacco o maschere per pelle e capelli. In particolare, essa è stata studiata in maniera approfondita nel testo: Khare CP. Indian Medicinal Plants–An Illustrated Dictionary. First Indian Reprint, Springer (India) Pvt. Ltd., New Delhi (2007) 717718. Secondo gli esperti, la polvere di radice di Withania sarebbe infatti utile per:
- prevenire l’incanutimento grazie al contenuto di tirosina, un aminoacido che stimola la produzione di melanina.
- favorire la sana crescita dei capelli stimolando la microcircolazione del cuoio capelluto.
Ricca di antiossidanti risulta un valido trattamento per combattere i segni dell’invecchiamento della pelle, anche del viso.
Primi capelli grigi o addirittura primi capelli bianchi: cosa succede?
L’ingrigimento è il cambiamento più drastico dell’invecchiamento nei capelli. Cosa succede quando i capelli ingrigiscono? In sostanza, il capello ad un certo punto smette di produrre melanina nella zona della radice, cosicchè il nuovo fusto ricresce privo di pigmento, e questo accade perchè le cellule deputate alla produzione di melanina sono morte o inattive. Perchè i capelli ingrigiscono? la disfunzione della via di biosintesi della melanina, provocata da una serie di fattori, è probabilmente la causa diretta dell’ingrigimento dei capelli.
L’ingrigimento dei capelli è solitamente progressivo e permanente, anche se ci sono segnalazioni occasionali di ripigmentazione spontanea dei capelli grigi: rapporti di ripigmentazione di capelli precedentemente bianchi a seguito di determinati processi infiammatori e uso di farmaci hanno suggerito la possibilità di reclutamento indotto da citochine di melanociti della guaina esterna nel bulbo pilifero. Il bianco delle canizie è dovuto invece a un’illusione ottica: il giallo pallido della cheratina appare bianco a causa del riflesso o della rifrazione della luce incidente. I capelli bianchi sono completamente privi di melanosomi e colore.
Cosa si intende per incanutimento precoce? e quali sono le cause?
Si intende, per ingrigimento precoce dei capelli (PGH), detta anche canizie, l’ingrigimento dei capelli prima dei 20 anni nei caucasici e prima dei 30 anni nella popolazione afroamericana. L’esatta eziopatogenesi rimane sconosciuta, sebbene sia stata associata a fattori genetici, a disturbi dell’invecchiamento precoce, atopia e malattie autoimmuni, a malattie del metabolismo. L’incanutimento precoce può avvenire anche per effetto di infiammazione, eccessiva esposizione ai raggi UV, stress, fumo ed eccessivo uso di alcuni prodotti chimici. Quindi, non sempre i capelli bianchi sono una naturale conseguenza dell’età: preoccupazioni e alterazioni del sistema immunitario possono farli aumentare rapidamente o anticiparne la crescita. È stato proposto che l’effetto diretto o indiretto di tutti questi fattori si traduca nella generazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), portando così a ulteriori danni. L’incanutimento precoce è considerato uno stato patologico: nell’ayurveda è chiamato palitya.
Il colore dei capelli: melanogenesi & tirosina
La pigmentazione dei capelli è una delle caratteristiche più uniche negli esseri umani che vanno dal nero, marrone e biondo al rosso. Il colore dei capelli umani è dovuto al pigmento melanina prodotto dai melanociti che sono derivati della cresta neurale. I follicoli piliferi umani contengono due tipi di melanina come segue: eumelanina e feomelanina.
La diversità del colore dei capelli deriva principalmente dalla quantità e dal rapporto tra eumelanina nero-marrone e feomelanina bruno-rossastra. È stato ipotizzato che il pH e il livello di cisteina dei melanosomi influenzino il fenotipo dei capelli. Quando il pH si riduce, c’è una progressiva riduzione dell’attività della tirosinasi che porta ad un aumento della feomelanina e dei capelli rossastri o biondi. Una mutazione nel gene del recettore della melanocortina-1 (MC1R) provoca un colore ramato o rosso dei capelli. Questa mutazione si osserva di solito negli individui del Nord Europa con una minore esposizione al sole. Uno studio del 2012 ha mostrato una mutazione recessiva nella proteina 1 correlata alla tirosinasi (TYRP1) nelle persone con capelli biondi.
A differenza della pelle dove la produzione di pigmento è continua, la melanogenesi nei capelli è strettamente associata alle fasi del ciclo del capello. I capelli sono attivamente pigmentati nella fase anagen e sono “spenti” durante la fase catagen e assenti durante il telogen. Pertanto, ogni ciclo pilifero è associato alla ricostruzione di un’unità pigmentaria del follicolo pilifero intatta, almeno per i primi 10 cicli circa, cioè fino ai 40 anni. Successivamente compaiono peli grigi e bianchi, suggerendo un esaurimento del potenziale pigmentario di ogni singolo follicolo pilifero correlato all’età e geneticamente regolato.
I capelli grigi e i capelli bianchi perchè compaiono
Nei capelli grigi, l’unità pigmentaria situata sulla punta della papilla dermica diventa sfocata, i melanociti diventano pochi e arrotondati e i melanociti oligodendritici leggermente pigmentati diventano visibili nel bulbo pilifero prossimale.
Durante l’anagen, c’è una marcata riduzione del numero di melanociti melanogenicamente attivi nel bulbo pilifero dei follicoli piliferi attraverso la degenerazione autofagolisosomica che porta alla perdita di pigmento. Si ritiene che a ciò contribuisca anche il trasferimento melanosomico difettoso ai cheratinociti corticali o l’incontinenza da melanina dovuta alla degenerazione dei melanociti.
L’invecchiamento dei melanociti può essere associato a:
- danni mediati da specie reattive dell’ossigeno al DNA nucleare e mitocondriale con conseguente accumulo di mutazioni con l’età;
- disregolazione dei meccanismi antiossidanti o dei fattori pro/anti-apoptotici all’interno delle cellule.
I cambiamenti degenerativi all’interno del follicolo pilifero sono associati ad un aumento delle cellule dendritiche nel follicolo pilifero. Gli elementi genetici e ambientali influenzano le cellule staminali del follicolo pilifero e i melanociti. L’accorciamento dei telomeri, la diminuzione del numero di cellule e alcuni fattori di trascrizione sono stati tutti implicati in questo processo di invecchiamento. A loro volta, queste alterazioni molecolari portano a modificazioni strutturali della fibra capillare, diminuiscono la produzione di melanina e allungano la fase telogen del ciclo del capello.
La teoria del coinvolgimento dei melanociti del bulbo nell’ingrigimento dei capelli
Tobin e Paus hanno proposto che l’ingrigimento sia causato dall’esaurimento dei melanociti bulbari del follicolo pilifero, a causa della disregolazione dei meccanismi antiossidanti e dell’espressione di fattori anti-apoptotici. Secondo i ricercatori, la sovrapproduzione di superossidasi rame-zinco induce un’eccessiva formazione di H2O2 e innesca il danno ossidativo. Le specie reattive dell’ossigeno accumulate (ROS) impongono significativi stress ossidativi sia sui melanociti bulbari di per sé che sull’epitelio del bulbo pilifero altamente proliferativo (costituito da cheratinociti). Secondo la teoria l’ingrigimento può essere causato da una ridotta attività della tirosinasi nei melanociti dei bulbi piliferi. Inoltre, l’ingrigimento può derivare da un’insufficiente migrazione dei melanociti dalla guaina della radice esterna superiore al bulbo pilifero che si trova più vicino alla papilla dermica. I livelli di entrambi i fattori anti-apoptotici (incluso BCL-2) e degli enzimi melanogenici (TRP-1 e TRP-2) sono infatti preziosi indicatori di ingrigimento.
Come prevenire capelli bianchi e deboli con l’uso di Withania
La maggior parte delle persone soggette ad incanutimento fanno affidamento sui coloranti per capelli. I colori per capelli possono essere preparati con prodotti naturali o possono essere sintetizzati artificialmente. Il vantaggio delle tinture per capelli naturali è che sono ipoallergeniche e non tossiche. Noi abbiamo scelto per i nostri clienti quelle vegan ok, senza picramati e certificate.
Se usata fin dai primi capelli grigi o bianchi, l’Ashwaganda potrebbe tuttavia ritardare l’incanutimento grazie al suo contenuto in tirosina, fondamentale nella melanogenesi. Secondo le ricerche, Ashwagandha avrebbe infatti l’effetto di ridurre la perdita di melanina prevenendo l’incanutimento precoce.
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From reviews, by PubMed:
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