Mai sentito parlare della meristemoterapia? La meristemoterapia appartiene alla branca della fitoterapia e fa parte delle medicine bioterapiche poste a unione tra l’allopatia e l’omeopatia.
Meristemoterapia: il termine più corretto per designare la gemmoterapia
La gemmoterapia è un metodo terapeutico, di ambito fitoterapico, che utilizza tessuti vegetali freschi allo stato embrionale, quali le gemme o altri tessuti in via di accrescimento (giovani getti, giovani radici, scorza delle radici, semi, scorza dei giovani fusti ecc.). I tessuti embrionali sono preparati secondo una particolare procedura, codificata nella Farmacopea francese ed europea, che porta all’ottenimento del macerato glicerinato. Tale preparato viene quindi, generalmente, diluito alla prima decimale hahnemanniana. (E. Campanini)
La gemmoterapia utilizza i tessuti meristematici (o embrionali) in via di differenziazione (gemme, giovani getti, giovani radici ecc.). Per tale motivo viene anche designata come fitoembrioterapia o meristemoterapia.
Chi furono i “padri” della Meristemoterapia
Chi fu Paul Henry
Pol Henry (1918-1988) fu un medico belga che per primo, negli anni Cinquanta, pensò all’impiego terapeutico dei tessuti vegetali freschi raccolti allo stato embrionale. Le prime gemme che studiò furono quelle della Betula pubescens, e individuò in acqua, alcol e glicerina i solventi adatti per estrarre in modo ottimale i principi presenti nei tessuti embrionali.
Egli definì tale metodica fitoembrioterapia e la descrisse come “un sistema terapeutico basato sull’energia potenziale dei vegetali […]” (Henry P., Gemmoterapia, Ricchiuto Editore, Verona 1989). I tessuti embrionali, in effetti, si caratterizzano per un intenso ritmo di moltiplicazione cellulare e di processi anabolici che concorrono all’istogenesi e all’organogenesi: il gemmoderivato può quindi essere considerato come un concentrato di energia vitale (energia biologica potenziale) in grado di attivare alcuni processi biologici dell’organismo.
Chi furono Bergeret e Tetau
Bergeret e Tetau furono due medici omeopati che favorirono lo sviluppo, negli anni Settanta, dell’utilizzo clinico della gemmoterapia (Gemmoterapia clinica) come “metodo terapeutico che, ispirandosi ai principi del drenaggio omeopatico, utilizza gli estratti di gemme vegetali o altri tessuti embrionali vegetali in via di accrescimento, raccolti freschi”(Tétau M., Gemmoterapia, nuovi studi clinici, IPSA, Palermo 1989).
La gemmoterapia veniva concepita come un metodo di drenaggio da attuarsi durante una prescrizione omeopatica: l’utilizzo dei gemmoderivati consentiva, infatti, da un lato di eliminare le sostanze tossiche dall’organismo e quindi di ridurre i rischi di malattia, dall’altro favoriva l’efficacia del medicamento omeopatico.
Tétau mise in evidenza, inoltre, come i gemmoderivati fossero in grado di manifestare, oltre alle loro peculiari attività terapeutiche, comuni proprietà diuretiche, di drenaggio e disintossicanti. Scrive infatti: “La Gemmoterapia clinica è certamente un apporto interessante per il medico di formazione ippocratica, sia egli omeopata, allopata, generico o specialista. Trattando apparato per apparato, organo per organo, il metodo aumenta le difese tessutali e ristabilisce i metabolismi locali alterati. Per la sua azione elettiva sui vari emuntori del corpo umano e per la stimolazione più generale che esercita sul sistema reticolo-endoteliale, la gemmoterapia assicura una profonda e durevole disintossicazione, che pone l’organismo nelle migliori condizioni.
Sprovvista di qualunque tossicità, nonostante la sua efficacia, essa s’integra perfettamente nell’ideale terapeutico definito da Ippocrate. Se la natura non è sufficiente per la guarigione, l’Arte insegna a esercitare dolci sforzi, disturbandola in modo che essa si liberi senza alcun rischio da ciò che la sovraccarica”.
La Meristemoterapia: ecco l’elenco delle piante e dei loro “bersagli”
Attualmente sono 55 i macerati glicerici (M.G.) maggiormente utilizzati nella pratica clinica: sono tutti diluiti alla prima decimale hahnemanniana (1DH), ad eccezione di Viscum album che è diluito alla prima centesimale hahnemanniana (1CH). Nell’elenco che segue i gemmoderivati sono stati suddivisi a seconda del tessuto embrionale da cui sono ottenuti. Ecco i più utilizzati e il loro organotropismo:
Abies pectinata |
ABETE BIANCO |
apparato scheletrico – tessuto linfatico |
Acer campestris |
ACERO |
vie biliari – sistema nervoso – vasi arteriosi |
Aesculus hippocastanum |
IPPOCASTANO |
vasi venosi |
Alnus glutinosa |
ONTANO NERO |
vasi arteriosi e venosi – mucose |
Alnus incana |
ONTANO BIANCO |
apparato genitale femminile – apparato scheletrico |
Ampelopsis weitchii |
VITE CANADESE |
articolazioni – tessuto periarticolare |
Betula pubescens |
BETULLA |
apparato osteoarticolare – metabolismo generale – SRE |
Betula pubescens (amenti) |
BETULLA |
sistema endocrino |
Betula pubescens (giovani radici e scorza) |
BETULLA |
vie urinarie |
Betula verrucosa |
BETULLA |
sistema reticolo-endoteliale – apparato osteoarticolare |
Betula verrucosa (linfa) |
BETULLA |
apparato urinario – apparato osteoarticolare |
Betula verrucosa (semi) |
BETULLA |
encefalo |
Calluna vulgaris |
BRUGO |
encefalo, fegato, milza, reni |
Carpinus betulus |
CARPINO |
seni paranasali e vie aeree alte – midollo osseo |
Castanea vesca |
CASTAGNO |
vasi linfatici |
Cedrus libani |
CEDRO |
cute |
Citrus limonum |
LIMONE |
emocrasia |
Cornus sanguinea |
SANGUINELLA |
emocrasia – miocardio – tiroide |
Corylus avellana |
NOCCIOLO |
tessuto connettivo (polmoni, fegato) – emocrasia |
Crataegus oxyacantha |
BIANCOSPINO |
apparato cardiovascolare – sitema nervoso |
Fagus sylvatica |
FAGGIO |
vie urinarie – sistema reticoloendoteliale |
Ficus carica |
FICO |
stomaco – sistema neurovegetativo |
Fraxinus excelsior |
FRASSINO |
vie urinarie – apparato locomotore |
Juglans regia |
NOCE |
cute e mucose |
Juniperus communis |
GINEPRO |
fegato – vie urinarie |
Ligustrum vulgare |
LIGUSTRO |
mucosa orale – apparato respiratorio |
Lonicera nigra |
CAPRIFOGLIO |
fegato – apparato respiratorio e scheletrico |
Olea europea |
OLIVO |
vasi arteriosi |
Pinus montana |
PINO |
apparato osteoarticolare |
Platanus orientalis |
PLATANO |
cute |
Populus nigra |
PIOPPO |
vasi arteriosi – crasi ematica – vie respiratorie, urinarie |
Quercus peduncolata |
QUERCIA |
corteccia surrenale, gonadi, intestino |
Ribes nigrum |
RIBES NERO |
corteccia surrenale |
Rosa canina |
ROSA CANINA |
sistema reticolo-endoteliale – apparato respiratorio |
Rosmarinus officinalis |
ROSMARINO |
vie biliari, corteccia surrenale |
Rubus fructicosus |
ROVO |
apparato osteoarticolare – apparato respiratorio |
Rubus idaeus |
LAMPONE |
apparato genitale femminile |
Sequoia gigantea |
SEQUOIA |
apparato osteoarticolare, prostata |
Sorbus domestica |
SORBO |
vasi venosi, orecchio |
Syringa vulgaris |
LILLA’ |
coronarie |
Tamarix gallica |
TAMERICE |
midollo osseo e milza |
Tilia tomentosa |
TIGLIO |
sistema neurovegetativo |
Ulmus campestris |
OLMO |
cute |
Vaccinium vitis idaea |
MIRTILLO ROSSO |
intestino, apparato urinario, apparato genitale femminile |
Viburnum lantana |
VIBURNO |
apparato respiratorio (sistema neurovegetativo) |
Viscum album |
VISCHIO |
sistema nervoso, vasi arteriosi |
Vitis vinifera |
VITE ROSSA |
apparato osteoarticolare |
Zea mais |
MAIS o GRANTURCO |
miocardio |
La Meristemoterapia: macerati e gemmoderivati come si preparano
Le parti vegetali utilizzate per la preparazione dei gemmoderivati sono i tessuti embrionali (gemme, giovani getti, radichette, scorza della radice e dei giovani fusti, semi ecc.) raccolti nel loro tempo balsamico, generalmente verso la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, al momento cioè in cui è massima la concentrazione dei principi attivi che li caratterizzano Pol Henry riteneva basilare ottenere il macerato glicerico tramite la macerazione dei tessuti embrionali vegetali in una miscela di acqua, alcol e glicerina. La Farmacopea, invece, prepara la macerazione utilizzando solo alcol e glicerina, eliminando pertanto l’acqua alla quale il medico belga attribuiva invece un ruolo molto importante nell’estrazione dei principi attivi (Andrianne P., La gemmothérapie, Ed. Amyris, Bruxelles 2002).
Il macerato madre
Cos’è un macerato madre? selezionate, pulite e sminuzzate in modo appropriato la materia prima. Su un campione medio, determinate la perdita dovuta all’essiccamento per riscaldamento a una temperatura inferiore a 105 °C, fino a massa costante. In base al risultato ottenuto, introducete la materia prima nella quantità della miscela di alcol e di glicerolo calcolata in maniera da ottenere un macerato glicerinato a 1/20. Lasciate macerare per 3 settimane almeno agitando sufficientemente. Decantate e filtrate a pressione vicina a 107 Pa. Mescolate i liquidi ottenuti, lasciate riposare 48 ore e filtrate”. Quanto ottenuto è il macerato glicerico (M.G.) di base o macerato-madre.
Il gemmoderivato
Cos’è un gemmoderivato? È un macerato glicerico (M.G.) alla prima decimale hahnemanniana (1DH) ovvero → M.G.1DH, comunemente conosciuto come “gemmoderivato”. La maggior parte dei laboratori, infatti, a partire dal macerato-madre o macerato glicerinato (M.G.) attua in una miscela di acqua, alcol e glicerina una successiva diluizione alla prima decimale hahnemanniana (1DH). La concentrazione alla prima decimale hahnemanniana assicura, dal punto di vista clinico, un optimum terapeutico: “Questa diluizione a 1/10°, prima decimale hahnemanniana, è la forma farmaceutica dei rimedi gemmoterapici. Ed è la sola forma che dev’essere prescritta, poiché ha la massima attività e soprattutto la più costante” (Tétau M., Gemmoterapia nuovi studi clinici, IPSA, Palermo 1989).
Tale concetto è stato ribadito recentemente (2005): “La 1DH è la sola forma medicinale dei medicamenti gemmoterapici. È la sola che può essere prescritta perché rappresenta la forma galenica più costante. In più l’intensa attività dei macerati madre li rende difficilmente manipolabili a causa di un rischio di aggravamento. Bisognerebbe prescriverne una-due gocce alla volta per il timore di provocare fenomeni di intolleranza, il che non è certo auspicabile” (Tétau M., Scimeca D., op. cit.).
La Meristemoterapia: come assumere i suoi fitopreparati
In ambito pediatrico si inizierà la somministrazione dei gemmoderivati dopo i 2 anni d’età per la presenza di alcol e glicerina. La posologia consigliata nel bambino sotto i 6 anni di età è 1 goccia pro chilo (peso del bambino), 1-2 volte al dì. Dopo i 6 anni, più genericamente si consigliano 20-40 gocce, sempre diluite in acqua, 1-2 volte al dì. La prescrizione sarà protratta per 20 giorni al mese per uno o più mesi, a seconda della patologia da trattare e del giudizio medico. Anche in questo caso si consiglia di somministrare lentamente a piccoli sorsi per assicurare il massimo assorbimento. È possibile aggiungere miele (o zucchero) se il bimbo non gradisce il sapore.
Per l’adulto la posologia media di un gemmoderivato (M.G.1DH) è di 50 gocce diluite in acqua, 1-2 volte al dì, generalmente 15 minuti prima dei pasti principali, per almeno 20 giorni al mese per uno o più mesi, a seconda della patologia da trattare e del giudizio medico. Il quantitativo di acqua consigliato per diluire le gocce generalmente è di mezzo bicchiere. È buona norma raccomandare di trattenere in bocca per circa un minuto oppure di sorseggiare lentamente al fine di favorire un assorbimento ottimale. “Qualche autore – scrive il dottor Brigo (Brigo B., Gemmoterapia dalla A alla Z, Tecniche Nuove, Milano 1997, p. 5) – consiglia di riscaldare l’acqua in modo da attivare il preparato e favorirne l’assorbimento.” Il riscaldamento dell’acqua faciliterebbe, secondo alcuni, l’evaporazione dell’alcol.
I gemmoderivati, per la loro ricchezza in biostimoline, non devono essere associati nello stesso flacone, ma devono essere assunti singolarmente. Quando in un testo si parla di “associazione”, si fa riferimento esclusivamente all’azione complementare e sinergica di 2 o 3 gemmoderivati che andranno assunti in flaconi separati durante la giornata.
Se vuoi sapere di più sulla gemmoterapia o sui singoli gemmoderivati, leggi anche gli altri nostri post sul nostro sito Erboristeriacomo.it.
Dott.ssa Comollo
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