Le infezioni del tratto respiratorio superiore sono malattie comuni e hanno quindi un enorme impatto sulla salute pubblica e sull’economia. Sono spesso trattati con antibiotici, anche se nella stragrande maggioranza dei casi i benefici di questo sono discutibili o sono solo moderati (Arroll e Kenealy, 2005; Del Mar et al., 2004; Fahey et al., 2004). Alla luce dell’uso inappropriato di antibiotici e dell’aumento dei tassi di resistenza ai farmaci in tutto il mondo, la necessità di un rimedio alternativo ed efficace per queste condizioni mediche è cruciale, sia nella cura delle infezioni del tratto respiratorio superiore per gli adulti che per i bambini.
Pelargonium è il genere a cui appartengono i comuni gerani che coltiviamo a scopo ornamentale. Alcune specie sudafricane, specificamente il Pelargonium sidoides e il P. reniforme, sono utilizzate nella medicina tradizionale di diversi gruppi etnici del Sudafrica per le loro proprietà curative.
Recenti studi clinici dimostrano che un estratto di radici di Pelargonium sidoides è efficace nel trattamento della bronchite acuta (Chuchalin et al., 2005). Le capacità antinfettive di questo geranio selvatico sudafricano sono note alla medicina tradizionale zulu da molto tempo. Questa pianta fu introdotta in Europa nei primi del 1900 come rimedio per la tubercolosi da Charles Henry Stevens.
Pelargonium sidoides: la pianta
Pelargonium sidoides (Umckaloabo) è una specie suffrutescente perenne, appartenente alla famiglia delle Geraniacee, originaria dell’Africa australe. Si tratta di una pianta di tipo arbustivo che può raggiungere i 50 centimetri di altezza. Ha foglie grigio-verde a forma di cuore e fiori scuri di colore rosso-porpora tendente al nero. Le radici, che diventano più scure con la crescita della pianta, sono la principale fonte dei principi farmacologici, tra cui olio essenziale e tannini.
Pelargonium sidoides: principi attivi
La droga, cioè la parte della pianta utilizzata, è rappresentata dalle radici di piante sia spontanee che coltivate con almeno 4 anni di età. I principi attivi del geranio sudafricano, o umckaloabo, si trovano nella radice e sono:
- cumarine, tra cui solfati di cumarina e glicosidi cumarinici, cumarine metossilate tra cui umckalina (5,6-dimetossi-7-idrossicumarina), artelina e fraxetina e le cumarine idrossilate come scopoletina, 6,7,8-triidrossicumarina, 8-idrossi-5,6,7-trimetossicumarina;
- polifenoli: tannini idrolizzabili come umckalin, catechina, gallocatechina, acido gallico, O-galloyl-C-glucosylflavones, ellagitannini e altri polifenoli; proantocianidine (Kolodziej et al., 2003)
I principali marcatori di Pelargonium sidoides sono umckalin, umckalin solfato, gallocatechina ed epi-gallocatechina.
Secondo quanto riportato in Farmacopea Europea (Ph. Eur. 10) le radici devono contenere non meno del 2% di tannini espressi come pirogallolo.
Pelargonium sidoides rimedio contro la tubercolosi: la scoperta
Affetto da tubercolosi, un inglese, Charles H. Stevens, fu mandato dal suo medico per la convalescenza in Sud Africa, nel 1897, dove fu miracolosamente guarito da un guaritore locale del Lesotho. In Lesotho, Stevens conobbe uno stregone zulu, che gli diede un preparato di radice bollita da bere due volte al giorno. Dopo 3 mesi di trattamento, Stevens si considerava guarito. Convinto del successo della cura, portò il farmaco grezzo in Inghilterra per introdurlo nella terapia della tubercolosi. A quel tempo non esisteva una medicina efficace contro la tubercolosi, che era una malattia molto diffusa.
Nel 1909, la British Medical Association pubblicò un libro dal titolo “Rimedi segreti: quanto costano e cosa contengono”. In esso, la cura di Stevens è stata bollata come ciarlataneria. Poiché la polvere mostrava un po’ per caso una microscopica somiglianza con le droghe a base di tannino come la Krameria triandra (radice di Ratania) e lo Pterocarpus marsupium (Black Kino Gum) conosciute all’epoca, fu anche accusato di essere un truffatore e condannato in un processo a pagare 2000 sterline di spese legali. Il tentativo di Stevens di agire per diffamazione contro la British Medical Association è stato respinto (Meyer, 1997).
Qualche tempo dopo, l’ex missionario Dr. A. Sechehaye, che lavorava all’Università di Ginevra (Svizzera), raccolse informazioni sulla misteriosa “droga miracolosa”. Iniziò a curare i malati di tubercolosi con la cura di Stevens. Per 9 anni ha documentato il trattamento di circa 800 pazienti. Nel 1930 pubblicò per la prima volta i risultati del trattamento in un’opera completa, insieme a numerosi esperimenti e casi di studio (Sechehaye, 1933, Sechehaye, 1937). Sechehaye giunse alla conclusione che in molti casi di tubercolosi, con l’eccezione di casi acuti, maligni o complicati, si potevano vedere chiari effetti curativi. Si pensava che la modalità d’azione fosse più una “neutralizzazione o distruzione delle tossine della tubercolosi” piuttosto che un effetto battericida diretto. Questa modalità d’azione, descritta in dettaglio da Bojanowski (1937), può ora essere considerata come “modulazione immunitaria”. Si tratta di una modalità d’azione immunologica indiretta e recenti indagini suggeriscono che i preparati agissero in questo modo.
Pelargonium sidoides proprieta fitoterapiche
L’estratto idroalcolico standardizzato delle radici di pelargonio (EPs®7630) ha tre principali attività: attività antivirale (e antibatterica), secretomotoria e immunomodulatoria.
Il meccanismo d’azione alla base dell’attività biologica è multitarget e vede la cooperazione di molti diversi componenti, in primis il complesso polifenolico insieme ai polisaccaridi e le cumarine. EPs®7630 agisce:
– in maniera prevalente sull’immunità innata, modulando l’attivazione e la produzione di mediatori infiammatori da parte dei monociti e macrofagi tissutali. È particolarmente interessante notare che EPs® 7630 interagisce con l’IFNγ, una citochina ad attività antibatterica e antivirale normalmente prodotta dalle cellule del sistema immunitario, che sensibilizza i macrofagi affinché reagiscano in maniera più efficace agli stimoli indotti dai patogeni.
– in maniera specifica sui virus influenzali e coinvolge l’interazione con i fattori di virulenza emagglutinina e neuraminidasi, rispettivamente responsabili dell’internalizzazione virale nella cellula ospite e la sua replicazione e uscita.
– aumentando l’attività ciliare a livello bronchiale, con un effetto diretto quindi sull’attività secretomotoria e espettorante. Un potenziale meccanismo di difesa nei confronti dei patogeni delle vie aeree superiori è infatti costituito dalla funzione mucociliare delle mucose respiratorie. Questo sistema è costituito dalle cellule secretorie della mucosa delle vie aeree, che producono uno strato di muco che ricopre la superficie mucosale, e dalle cellule ciliate che spingono il muco, e tutti i materiali in esso invischiati, con un movimento retrogrado verso il nasofaringe (Deitmer, 1996). La frequenza del movimento ciliare svolge in questo processo un ruolo fondamentale (Boek, 2002). Basandosi su questi presupposti Neugebauer e coll (2005) hanno valutato gli effetti di EPs® 7630 sulla mobilità ciliare di cellule epiteliali della mucosa respiratoria umana in coltura primaria. Con un sofisticato sistema di microscopia associata a videoregistrazione gli autori hanno misurato la frequenza del movimento ciliare in presenza di concentrazioni crescenti di EPs® 7630 nel medium di coltura. Anche se questo effetto risulta statisticamente significativo in vitro, occorrono convalide sperimentali che provino che l’EPs® 7630 è in grado di incrementare la frequenza ciliare anche in vivo.
Pelargonium sidoides proprieta: conclusioni
Pelargonium è quindi utile per: mal di gola, raffreddore comune, tosse, affezioni delle alte vie respiratorie di origine virale, grazie alla sua azione antivirale, antibatterica, fluidificante del muco. E’ un rimedio naturale utile dunque per la cura delle infezioni del tratto respiratorio sia per gli adulti che per i bambini. Era inoltre stato studiato tra i probabili estratti naturali contro il Covid19.
Purtroppo il commercio in Italia dell’estratto standardizzato di Pelargonium è stato permesso negli integratori fino a fine 2022 (si pensi ad esempio all’integratore Influcure dei Fitopreparatori italiani, con estratto di Pelargonium ed estratto di sambuco utile anche per il controllo della febbre sotto i 37,5°C facendo da alternativa al classico paracetamolo! o a Mucocure, sempre dei Fitopreparatori italiani, per fluidificare il muco, a base di Pelargonium e Adatoda), così come stabilito da una circolare ministeriale che ha recepito quanto deciso dalla Commissione Europea…e l’unico estratto standardizzato di Pelargonium che potrà rimanere in commercio è quello nel farmaco Kaloba (ditta Schwabe).
Dott.ssa Laura Comollo
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