Genepy liquore è un liquore tradizionale delle nostre Alpi, tramandato nei secoli, che si ottiene dall’Artemisia glacialis, una pianta alpina che cresce tra i 2000 e i 3000 metri.
Il genere Artemisia fa parte della famiglia delle Asteracee, è tipico dell’Europa Meridionale ed è costituito da piante erbacee perenni angiosperme dicotiledoni, con:
- fusti legnosi solo alla base, generalmente di piccole dimensioni;
- foglie divise in lobi appuntiti, verde scuro superiormente e bianco-argento sulla pagina inferiore che è coperta da peluria ed esalano un aroma intenso;
- fiori giallo-verdastri e variano un poco a seconda della specie; sempre minuscoli sono raccolti in capolini e poi riuniti in spighe.
Seppure in percentuale diversa e con qualche variante chimica, le artemisie contengono questi componenti: olio essenziale di sapore acre, verde scuro o giallo, absintina e anabsintina, artemisina amara e tujone; tannino; clorofilla; resina; nitrato di potassio; acidi succinico, malico e azulene; mucillagine.
Le specie di Artemisia più conosciute
È indubbio che varie specie di artemisia venivano utilizzate anche in tempi remoti: un pensiero va ad una cura assai curiosa e decisamente sofisticata, nota come kaobustione e che si rifà ai principi dell’agopuntura, con una differenza: invece di infilare sottili aghi in corrispondenza delle terminazioni nervose che influiscono su determinati organi, si preparano minuscoli coni di foglie pressate che poi vengono appoggiati sulle parti interessate e bruciati con un metodo particolare (moxa) che, ovviamente, non lascia alcun segno sulla pelle.
Tra le varie specie di Artemisia spiccano in particolare l’Artemisia vulgaris (assenzio volgare, amarella, arcimesa), l’Artemisia absinthium (assenzio romano, ascenzi, incens), l’Artemisia maritima (assenziola, assenzio marino), per secoli utilizzati contro l’epilessia, l’isterismo, i disturbi mestruali, la febbre in genere, i parassiti; le tre specie, applicate in cataplasma e in impacchi, affrettano la guarigione delle piaghe e calmano il dolore provocato dalla puntura degli insetti. A proposito di insetti, davanti alle baite o alle stalle di montagna è frequente vedere dei cespi di Artemisia vulgaris che ha il potere di attirare gli insetti, specialmente le mosche, allontanandoli così dalla casa.
Vi è inoltre una specie di Artemisia particolarmente cara alle nostre Alpi: il suo nome scientifico è Artemisia glacialis o genepì. Basterebbe quel “glacialis” a dare un’idea dell’ambiente dove questa pianticella, alta una decina di centimetri spunta a primavera, si arricchisce di un inconfondibile aroma, fiorisce e, infine, sotto la neve attende che passi il lungo inverno delle alte quote. Il genepì, infatti, vive sulle Alpi e sugli Appennini, lungo una fascia altimetrica che va dai 1.800 ai 2.400 metri. Per quanto riguarda la catena appenninica è particolarmente presente nel tratto abruzzese.
L’Artemisia glacialis è chiamata anche “genepì vero” o “genepì femmina” per distinguerla dall’Artemisia spicata (“genepì nero o genepì maschio”) e dall’Artemisia mutellina (“genepì bianco”). La distinzione non è sostanziale ai fini dell’impiego che si fa di queste pianticelle officinali, dalle doti terapeutiche non trascurabili, utilizzate anche per la preparazione di un liquore tipico delle zone di montagna, il «genepy liquore» appunto, delle cui proprietà parleremo tra poco.
Si tratta di una pianticella grigiastra, tomentosa, alta pochi centimetri e fortemente aromatica, le cui foglie hanno proprietà digestive, neurotoniche e sudorifere e che fiorisce luglio-agosto. La richiesta del fogliame di questa pianta da parte delle industrie è stato così massiccio in passato da minacciare la sopravvivenza stessa di questa specie alpina, tanto è vero che oggi l’Artemisia glacialis è inclusa tra le specie protette data la sua rarità.
Genepy liquore: dall’artemisia alpina un digestivo di tradizione
Il genepy è un distillato fortemente alcolico preparato secondo un’antica ricetta: un tipico liquore della Valle D’Aosta, Piemonte e Valtellina. Si possono citare documenti sulla produzione del Genepy in Val di Susa, in Piemonte, sin dal 1755. E’ ottenuto dalla macerazione in alcol di Artemisia Alpina (Artemisia glacialis) e presenta una gradazione alcolica da 30 a 42% vol. Il Genepì delle Alpi ha ottenuto il riconoscimento di indicazione geografica (I.G.) ed è tradizionalmente usato come digestivo.
Non tutti però sanno che da tempo immemorabile, nelle zone alpine dominate dai ghiacciai, il genepì era considerato un rimedio più che efficace contro il congelamento e veniva usato anche per frizionare le parti colpite dal gelo. In realtà, il genepì serviva a riscaldare il malcapitato, a riattivare la circolazione sanguigna, ma non di rado si esagerava nella somministrazione del liquore e l’episodio finiva in modo tragico.
Genepy liquore: come si prepara e quale ti consigliamo
Le piantine di Genepy crescono spontanee nelle zone più alte delle Alpi, tra i 2000 e i 3000 metri, hanno foglie frastagliate coperte da lanugine bianca. Dopo la raccolta delle parti aeree, esse vengono messe ad essiccare e una volta essiccate vengono messe a macerare in alcol; la macerazione si può protrarre fino a 40 giorni. Dalla successiva distillazione dell’infuso si ottiene un semilavorato alcolico base per la produzione del liquore mediante miscelazione con gli altri componenti (acqua, zucchero).
La successiva tecnica di lavorazione consiste in una iniziale stagionatura della miscela per ottenere la spontanea sedimentazione delle parti insolubili che vengono poi separate con varie con varie successive filtrazioni, fino ad ottenere la perfetta limpidezza del prodotto.
Il Genepy liquore si presenta con una colorazione naturale paglierina con tendenza al verde pallido, subisce prima dell’imbottigliamento una ulteriore stagionatura. Il genepy è un digestivo dall’aroma intenso e un sapore netto, gradevolmente amaro che si può gustare liscio, con ghiaccio oppure anche caldo.
Se vuoi provare un ottimo Genepy liquore artigianale, di ricetta antica, ti proponiamo il Genepy dello Stelvio: il Genepì di Carlo Ericini di Bormio, Valtellina. Il Genepy dello Stelvio è prodotto da Artemisia glacialis spontanea raccolta con permessi speciali presso il Parco Nazionale dello Stelvio, al confine tra le Alpi lombarde e del Trentino.
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