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Preparare hennè. La scelta di tingere i propri capelli naturalmente deve seguire un certo interesse per la qualità e il tipo di erbe tintorie da usare e la conoscenza delle regole su come usarle. Scopri con noi come preparare hennè nel modo corretto.

     


I capelli permettono a ognuno di noi di affermare la propria personalità profonda, la propria individualità, l’appartenenza o il rifiuto di riconoscersi in un gruppo ben definito. Rivendicare una bella capigliatura significa esprimere la nostra forza interiore, rivelare il nostro se unico e la nostra volontà di espressione.

La colorazione dei capelli ha radici profonde nella storia: quella che noi oggi chiamiamo colorazione (preparare hennè), non è altro che una forma più evoluta di una prassi che ha radici nella notte dei tempi, in luoghi diversi legati tra loro da scopi comuni: distinguersi dalle altre tribù e il piacere di prendersi cura di sé per piacere agli altri. Già nel neolitico le donne si tingevano usando la terra d’ocra, gialla e rossa, e nell’antico Egitto per tingere i capelli si usava l’henné.

Erbe tintorie, quali sono

Le erbe tintorie sono di diversi tipi: il classico henné rosso (Lawsonia Inermis), l’Indigofera Tinctoria, la curcuma, il mallo di noce, la robbia, l’ibisco… Usate da sole, in mix o sequenza, offrono tinture e riflessi magnifici, oltre ad apportare benessere alla cute e ai capelli, visto che a differenza delle classiche tinte chimiche, le erbe tintorie non penetrano all’interno dei capelli, ma si legano alla cheratina rendendo il fusto del capello più spesso, conferendogli un effetto “volumizzante” e proteggendolo dalle aggressioni esterne.

Alcune precisazioni. Spesso si sente parlare di henné nero, henné rosso e henné neutro. In realtà di henné ne esiste uno solo, quello naturale o puro, ed è la polvere ottenuta dall’essiccazione e dalla polverizzazione delle foglie della Lawsonia inermis che conferisce ai capelli una colorazione rossa, mentre il cosiddetto “henné nero” è in realta l’indigo, una polvere ottenuta dalla fermentazione ed essiccazione delle foglie dell’indigofera Tinctoria. L’indigo su fondi scuri conferisce tonalità fredde e scure, su fondi con medie-alte percentuali di capelli bianchi, dato il suo pigmento azzurro-blu, vira al cenere, mentre su fondo castano-chiaro porta la nuance su toni scuri del castano. L’henné neutro invece non è altro che la polvere ottenuta dalle foglie di Cassia Obovata, che non ha proprietà coloranti ma nutre e dona lucentezza ai capelli. Tutte le altre diciture, come ad esempio “henné castano” e “henné biondo”, si riferiscono a miscele di henné con altre erbe. In realtà solo la Lawsonia Inermis (hennè rosso) è in grado di coprire i capelli bianchi, è quindi fondamentale che nel mix di erbe per coprire i capelli bianchi ci sia sempre una buona percentuale di Lawsonia.


Preparare hennè, l’importanza della prima applicazione

Le erbe (tintorie e non) hanno un enorme potenziale, ma necessitano di esperienza e conoscenza per poter esprimere tutte le loro potenzialità. Inoltre, ogni capello interagisce in maniera differente con le polveri, quindi ogni risultato a seguito dell’applicazione sarà sorprendentemente unico. Prima di tutto per preprarare hennè quindi bisogna conoscersi e conoscere il modo in cui le polveri di piante lavorano sul nostro particolare capello: bisogna capire ad esempio quanto tenere la pastella sulla testa, il giusto modo di prepararla e applicarla a seconda delle proprie esigenze, le proprie recettività ai toni caldi/freddi.

La prima applicazione ci fornisce delle informazioni importanti su come i nostri capelli recepiscono il colore: ciò sarà fondamentale per calibrare il giusto tempo di posa; inoltre, è indicativa perché il capello si prepara per la prima volta a recepire il colore delle polveri tintorie naturali, le quali lavorano per appoggio e possono richiedere un po’ di pazienza per offrire coperture piene (a seconda del capello). I primi tempi sarebbe preferibile ripetere il trattamento ogni 10 giorni circa. Dato che ogni capello reagisce un po’ in maniera diversa alle polveri, bisogna mettere in conto inoltre almeno 2-3 applicazioni consecutive nel tempo per poter essere in grado di conoscere bene la risposta dei propri capelli ai principi tintori naturali offerti dalle polveri d’erbe.


Come applicare le erbe tintorie?

Ecco 3 regole da seguire:

1) Preparare una pastella mescolando la polvere riflessante scelta e l’acqua molto calda. Non utilizzare materiale metallico per la preparazione. La temperatura ideale dell’acqua da utilizzare per preparare la pastella, che permetta di liberare i principi attivi delle piante tintorie e la formazione del pigmento che darà poi colore ai vostri capelli, si aggira intorno ai 50-70 gradi. Si mantiene il composto abbastanza compatto, per poi allungarlo eventualmente in un secondo momento con ingredienti acidi quali aceto o yogurt o limone (a seconda del capello o della preferenza d’uso) fino a ottenere una consistenza cremosa e senza grumi, tale da non essere né troppo densa, né troppo liquida. L’acidificazione della pastella (nel caso di limone, aceto o yogurt) permette un legame più forte e duraturo fra le fibre del capello ed i principi tintori vegetali delle piante. Se invece volessimo ottenere toni scuri o freddi, utilizzando ad esempio l’Henné Nero o miscele che lo contengano in formula, allora la pastella in preparazione non va acidificata (quindi no aceto, né yogurt, né limone). In questo caso si può ricorrere ad ingredienti non acidi: tè nero oppure un cucchiaino di bicarbonato da sciogliere nell’acqua di preparazione. Il tè ha proprietà astringenti, chiude le squame del capello e lo rende lucido, oltre a dare un velo di tono più scuro, il bicarbonato invece serve per alcalinizzare il composto. Infatti l’indigofera a differenza delle altre polveri, crea pigmento scuro (principalmente sul blu intenso/violaceo) in terreno basico, quindi opposto all’acidità di aceto, yogurt e limone.
Fondamentale è che la pastella realizzata abbia la giusta consistenza, simile a quella del semolino: non troppo pastoso e senza grumi, che sia facilmente stendibile sui capelli. Una pastella troppo densa farebbe ottenere una mancata copertura/riflessatura o anche un risultato non uniforme.

Si può a questo punto lasciare ossidare la pastella per un tempo variabile da 1 a 6 ore: questa fase consentirà la formazione completa dei pigmenti coloranti vegetali già nella ciotola. Ciò è molto utile soprattutto se si stanno utilizzando miscele in cui è presente l’Indigofera.

2) su capello delicatamente deterso una sola volta ed appena umido, si inizia a stendere la crema ottenuta dalla nuca verso l’alto, dalle radici verso le punte. Nota bene: per un risultato ottimale il capello deve essere pulito: sporco, sebo o l’utilizzo di oli o burri nella pastella o sui capelli prima dell’applicazione delle polveri schermerebbero il capello ai pigmenti di colore compromettendo le potenzialità dell’azione tintoria/riflessante. Per proteggere la pelle in prossimità dell’attaccatura dei capelli è possibile spalmare uno strato di crema idratante nelle zone interessate (solitamente sul contorno della fronte e sul retro delle orecchie). La crema farà da schermo evitando la colorazione della cute. Dopo aver steso la pastella di erbe uniformemente su tutta la capigliatura, avendo l’accortezza di coprire il tutto con un velo di plastica per alimenti o carta stagnola, lasciare in posa da un minimo di 3 minuti a un massimo di 90 minuti.

Il consiglio dei professionisti è di non superare mai i 90 minuti: questo perché si ritiene necessario un giusto compromesso tra azione tintoria e ritmi di vita quotidiana ed Inoltre è molto più efficace essere costanti nell’utilizzo delle erbe piuttosto che dilatare il più possibile il tempo di posa. Nel caso particolare della copertura dei capelli bianchi, se dovesse capitare un risultato dopo la prima applicazione insufficiente, il consiglio dato in questi casi è che con le applicazioni successive si riesce a raggiungere una copertura completa, anche aumentando un po’ per volta i tempi, fino ad un massimo di 3-4 ore. Infatti la complessazione pigmento-capello non va oltre questo tempo, oltre alla paura di sensibilizzazioni della cute a lungo andare nel tempo.
Un altro elemento che determina il tempo di posa è la risposta del proprio capello: alcune chiome sono più difficili da “colorare” e necessitano di tempi maggiori, altre, essendo più recettive necessitano di tempi di posa ridotti.

3) Una volta trascorso il tempo necessario, risciacquare accuratamente prima con sola acqua calda e poi effettuare una leggera passata di shampoo fintanto che l’acqua non presenti più residui colorati. Se necessario terminare il risciacquo con l’applicazione di un balsamo nutriente. Una volta terminato il risciacquo, procedere con la normale asciugatura e messa in piega. Per ultimare il trattamento si consiglia l’utilizzo di una goccia di olio sulle punte. Avete avanzato la pastella? Potete tranquillamente conservarla nel congelatore ed utilizzarla per un’applicazione successiva, senza perdita alcuna delle sue proprietà e funzionalità.


Dopo quanto tempo si consiglia di ripetere il trattamento?

I primi tempi sarebbe preferibile ripetere il trattamento ogni 10 giorni circa. Con il passare del tempo sarà possibile allungare il periodo tra un’applicazione e l’altra a seconda della frequenza dei lavaggi e di quanto il proprio capello trattenga il pigmento vegetale: di per sé le erbe tintorie non danno pigmenti permanenti, ma pigmenti che si appoggiano alla cheratina del capello, legando con essa, per poi scaricare in un tempo medio di 3-4 settimane (su capello medio, hennato da tempo). Alcuni pigmenti sono più forti e persistenti, altri più deboli e meno solidi nel legame (mediamente). Di sicuro la lawsonia (henné, tono ramato) è la pianta più forte e coprente di tutte, e anche la più persistente. Altre piante tingono molto, ma scaricano prima, altre ancora tingono di meno ma rimangono di più.. poi c’è da valutare la recettività specifica di ogni capello: alcuni prendono tantissimo i toni caldi (quindi le miscele con lawsonia), altri iper-recepiscono i toni freddi (quindi miscele con indigofera).. ci sono poi le chiome che portano tutto sul biondo, nelle sue molteplici sfumature.

Se sono anni che ogni 3 settimane si usano le stesse erbe tintorie, ci vuole un pochino di più per far smontare completamente il pigmento delle erbe tintorie, ma con lavaggi frequenti ci si arriva mediamente lo stesso in 1-2 mesi. Tutto ovviamente a seconda dello specifico capello e della sua struttura.


Erbe tintorie e capelli bianchi

Tanti parrucchieri sono concordi nel dire che le erbe non coprono una testa con 90% o 100% di capelli bianchi, mentre le tinte sì: è vero che le erbe tintorie di solito alla prima applicazione non arrivano a coperture sopra il 40-50 % di capelli bianchi, ma le erbe sedimentano pigmento e quindi applicazione dopo applicazione si arriva lo stesso a risultati straordinari. Con il tempo arrivano coperture di altissime percentuali di bianchi, vicine alla copertura totale.  Se parliamo di copertura in trasparenza, invece, tutte le erbe riflessanti offrono questo risultato su capello medio. Il risultato delle erbe inoltre è sempre magico: naturale, lucente, il capello è vivo e sano, corposo, l’azione seboregolatrice delle piante si fa sentire fin da subito: questo fa la differenza rispetto alle tinte chimiche ecco perche saper preparare hennè correttamente è importante!


Preparare hennè si ma di qualità – le erbe tintorie consigliate

Naturale non vuol dire sicuro. Con le erbe tintorie, ad esempio, c’è il rischio di acquistare polveri impure, contenenti metalli o coloranti sintetici. Per questo è opportuno rivolgersi a rivenditori di fiducia, richiedere informazioni e certificazioni dei prodotti o comunque ad aziende attente, trasparenti e rispettose della normativa. Occorre tra l’altro verificare che quel tipo di prodotto sia adatto alla propria cute e non dia reazioni allergiche.

Le nostre erbe tintorie, riflessanti e curative non riflessanti sono di marca Phitofilos, azienda italiana con 40 anni di esperienza nel settore. Sono state sottoposte ai test necessari per valutarne la sicurezza e la purezza: assenza di metalli pesanti nocivi al nostro organismo e valori controllati sui minerali presenti nelle nostre piante, assoluta tollerabilità cutanea, assenza di agenti patogeni e conta delle colonie batteriche. Questa è la qualità che viene offerta a chi sceglie un prodotto Phitofilos, in piena conformità con le leggi vigenti.

Dott.ssa Laura Comollo


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