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Scopri i rimedi naturali che puoi ottenere dalla tintura madre di tarassaco. Il dente di leone è una pianta tra le più conosciute al mondo.

     


Chi di voi non ha mai notato nei prati un fiore giallo, che a maturazione si trasforma in un soffice globo rotondo? Chi non ha mai almeno una volta soffiato per aria i semi muniti di lunghi piumetti setacei? Quest’erba è il tarassaco, detto anche “dente di leone” o “cicoria selvatica”.

Indice


Caratteristiche botaniche dei denti di leone

Il tarassaco (Taraxacum officinale Weber, Compositae) è un erba perenne con un rizoma verticale che continua verso il basso con una radice a fittone e foglie riunite in una rosetta basale, lanceolate e regolarmente incise. All’inizio della primavera appare al centro della rosetta uno (o più) scapo fiorale, alto circa mezzo metro, che porta un capolino terminale di fiori gialli, abbondanti, tutti ligulati. Al capolino sussegue una caratteristica infruttescenza dotata di numerosi acheni con abbondante pappo piumoso (da cui il nome di “soffione“). E’ comune in tutta Italia nei prati, nei luoghi erbosi, nei terreni incolti e a volte anche nei boschi.


Tarassaco proprietà

Da sempre la medicina popolare ha riconosciuto a questa pianta:

  • il potere di stimolare le funzioni epatiche, ma è stata la fitoterapia moderna a confermare questa proprietà attraverso studi che hanno evidenziato sia l’aumento della contrazione della cistifellea (azione colagoga) sia l’aumento della secrezione biliare (azione coleretica).
  • una potente attività diuretica superiore rispetto alla maggior parte delle altre droghe epatiche.
  • azione lassativa blanda.

Le proprietà del Tarassaco ne giustificano l’utilizzo come pianta depurativa e di drenaggio:

  • il drenaggio permette l’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo, attraverso quelli che possono essere considerati gli emuntori naturali: fegato, reni, intestino, pelle. Il risultato finale di un buon drenaggio consiste in: un aumento della diuresi e delle secrezioni biliari grazie ad un’attività coleretica e colagoga assai modulata; in un blando aumento del transito intestinale; in un aumento della secrezione delle ghiandole sudoripare; nella regolazione della secrezione sebacea;
  • la stimolazione della cellula epatica e la decongestione del fegato rendono ragione dei successi che si ottengono nell’ambito digestivo con l’utilizzo di questa pianta.
  • la stimolazione della diuresi, unitamente all’incremento della funzionalità epatica, portano ad un’azione sul ricambio generale che si traduce in una aumentata eliminazione di scorie da parte dell’organismo e quindi ad un’alleggerimento del distretto epatorenale. La capacità di influenzare il ricambio fa del Tarassaco un tonico generale impiegato nelle “cure primaverili” da aprile a maggio e in autunno.

Il dente di leone: uso in erboristeria

Il tarassaco o dente di leone contiene flavonoidi, minerali (es potassio), acidi fenolici (per es acido caffeico, cicorico), una resina che contiene sostanze amare (tarassicina, presente prevalentemente nelle foglie) e lattoni sesquiterpenici (per esempio germacranolide).

tarassaco fiori

In erboristeria dei denti di leone si usano le parti aeree (in genere foglie) o la pianta intera (comprese le radici). In quest’ultimo caso, si consiglia di raccogliere la radice in maggio-giugno e in autunno, quando è più ricca di inulina: si stima infatti che in autunno la radice essiccata contiene fino al 40% di inulina, in primavera circa il 2%. Di solito è consigliato assumere il tarassaco in infuso o in decotto, o il succo, o in tintura madre.

Tarassaco: uso secondo la tradizione popolare

Già il Dott. Scotti, nel 1872, in “Flora medica della Provincia di Como“, ci racconta che “il tarassaco ha tutte le qualità della cicoria in grado anzi maggiore: è anche febbrifugo, depurativo, diuretico. Questa ultima virtù gli viene attestata dal nome volgare francese di pissenlit. Come depurativo del sangue, viene utilmente usato in primavera, unito anche ad altre erbe, come cicoria e bardana. Il Dott. Baudens, medico in capo della spedizione francese in Crimea, dichiara che, se vi si potè infrenare lo scorbuto, lo si dovette interamente al tarassaco, che i soldati consumavano sotto ogni forma culinaria e farmacologica. Fortunatamente vi si trovava copioso”.

Tarassaco: uso secondo l’ESCOP
  • le foglie di tarassaco sono consigliate in aggiunta ai trattamenti nei quali sia auspicabile una diuresi maggiore, ad esempio, nei reumatismi e nella prevenzione della renella;
  • i denti di leone sono più indicati per il recupero della funzionalità epatica e biliare, dispepsia, inappetenza;
Tarassaco: uso secondo la Commissione E tedesca
  • secondo la Commissione E tedesca la pianta intera (rizoma e radici incluse) viene specificatamente raccomandata negli stati caratterizzati da alterazione del flusso biliare (grazie all’azione coleretica-colagoga) e per stimolare la diuresi.
  • ecco che quindi la pianta intera di tarassaco ha azione aperitiva, colagoga, depurativa, diuretica, leggermente lassativa e ne si consiglia l’uso in casi di: litiasi biliare (azione preventiva), colecistopatia e insufficienza epatica, reumatismi, gotta, eczema cronico (come depurativo), obesità, ipoacidità gastrica, inappetenza, turbe digestive in genere.

Tarassaco tintura madre: come usarla

La Tintura madre di tarassaco è consigliabile assumerla in queste dosi: al mattino appena alzati 30 gocce in poca acqua, a sorsi, e alla dose di 50 gocce circa mezz’ora prima dei 2 pasti principali. Le gocce si diluiscono in un terzo di bicchiere d’acqua e ogni sorso si passa sotto la lingua per mezzo minuto prima di ingerire.

Ecco alcune ricette, riportate in letteratura scientifica, per sfruttare al meglio la tintura madre di tarassaco in sinergia:

  1. tarassaco e pelle:
  • formula di gocce per l’acne (Bergeret, Tétau): associato alla tintura madre di bardana in ugual quantità per un totale di 125 ml, da assumere 60 gocce del preparato in mezzo bicchiere d’acqua da bere lentamente prima dei 3 pasti;
  • formula di gocce dermopurificanti (Tétau): associato alla tintura madre di bardana e alla tintura madre di Viola tricolor, in ugual quantità, per un totale di 125 ml, da assumere 50-70 gocce, diluite in poca acqua e sorseggiate lentamente, a digiuno la mattina e prima dei 2 pasti;
  • gocce per la dermatite: Bergeret e Tétau suggeriscono sia di ricorrere al gemmoderivato di ribes nero come antinfiammatorio, sia di drenare gli altri apparati coi rimedi di fondo del metabolismo epatico con la tintura madre di carciofo e la tarassaco tintura madre. Eventualmente questi rimedi si potranno alternare con gemmoderivato di rosmarino. Per eliminare la sintomatologia “nervoso-sensoriale” verrebbe in soccorso il gemmoderivato di tiglio.
      2. tarassaco per riequilibrare il funzionamento epatico generale:

disordini epato-intestinali possono trarre grande giovamento dall’uso di tarassaco. Ottima la tintura madre di tarassaco da sola oppure associata. Ad esempio, secondo lo schema suggerito da Bergeret e Tétau è preferibile scegliere di assumere al mattino, al risveglio la tintura madre di carciofo 50 gocce in poca acqua e prima di pranzo e cena quella di tarassaco 25 gocce in poca acqua. Eventualmente questi rimedi si potranno alternare con gemmoderivato di rosmarino alla dose di 50 gocce prima di pranzo.

Consiglio: il tarassaco lo trovi, per la sua azione depurativa, anche in questo ottimo prodotto, Depurativo italico – depurativo naturale, in questo caso associato a cardo mariano (fegato) e tamarindo (intestino). Lo trovi anche qui nella tisana Primum Dep – tisana depurativa.


Controindicazioni, interazioni con farmaci, gravidanza e allattamento, effetti indesiderati

Il dente di leone, secondo la Commissione E tedesca, è controindicato nei casi di ostruzione dei dotti biliari, nei casi di empiema della colecisti e di ileo paralitico. La Commissione E tedesca raccomanda inoltre di utilizzare il tarassaco sotto supervisione medica in presenza di calcoli biliari. Secondo l’Escop:

  • non vi è nessuna interazione segnalata con farmaci;
  • per quanto riguarda la gravidanza e l’allattamento non vi è nessun dato disponibile. In conformità tuttavia con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere impiegato durante la gravidanza o l’allattamento senza prima aver sentito il parere del medico;
  • effetti indesiderati: il dente di leone può provocare dermatite allergica da contatto a causa della presenza del lattone sesquiterpenico beta-glucopiranosile estere dell’acido taraxinico.

Dott.ssa Laura Comollo


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